LE CENERI DI GRAMSCI
Antonio Gramsci muore il 27 aprile 1937
Uno straccetto rosso, come quello
arrotolato al collo ai partigiani
e, presso l'urna, sul terreno cereo,
diversamente rossi, due gerani.
Li tu stai, bandito e con dura eleganza
non cattolica, elencato tra estranei
morti: Le ceneri di Gramsci...
Tra speranza
e vecchia sfiducia, ti accosto,
capitato per caso in questa magra serra,
innanzi alla tua tomba, al tuo spirito restato
quaggiu tra questi liberi.
(O e qualcosadi diverso, forse, di piu estasiato
e anche di piu umile, ebbra simbiosi
d'adolescente di sesso con morte...)
E, da questo paese in cui non ebbe posa
la tua tensione, sento quale torto
- qui nella quiete delle tombe -
e insieme quale ragione
nell'inquieta sorte nostra
tu avessi stilando le supreme
pagine nei giorni del tuo assassinio.
Ecco qui ad attestare il seme
non ancora disperso dell'antico dominio,
questi morti attaccati a un possesso
che affonda nei secoli il suo abominio
e la sua grandezza: e insieme, ossesso,
quel vibrare d'incudini, in sordina,
soffocato e accorante
- dal dimesso rione - ad attestarne la fine.
Ed ecco qui me stesso... povero,
vestito dei panni che i poveri adocchiano
in vetrine dal rozzo splendore,
e che ha smarrito la sporcizia delle piu sperdute strade,
delle panche dei tram,
da cui stranito e il mio giorno:
mentre sempre piu rade ho di queste vacanze,
nel tormento del mantenermi in vita;
e se mi accade di amare il mondo
non e che per violento
e ingenuo amore sensuale
cosi come, confuso adolescente,
un tempo l'odiai, se in esso mi feriva
il male borghese di me borghese:
e ora, scisso - con te - il mondo,
oggetto non appare di rancore e quasi
di misticodisprezzo, la parte che ne ha il potere?
Eppure senza il tuo rigore, sussisto
perche non scelgo. Vivo nel non volere
del tramontato dopoguerra: amando
il mondo che odio - nella sua miseria
sprezzante e perso - per un oscuro
scandalo della coscienza...
Lo scandalo del contraddirmi,
dell'essere
con te e contro te; con te nel core,
in luce, contro te nelle buie viscere.
Pier Paolo Pasolini
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